Marco Biancani, un novello mastro Geppetto

La Toscana, come si sa, è una regione favolosa, dove tutta la bellezza della Terra e del Mare sembra essere a portata di mano, dove la Natura esplode in paesaggi incantevoli e sempre caratterizzanti di un determinato luogo, che riempie i sensi coi suoi colori ed i suoi profumi.
Sono innumerevoli gli artisti che si sono dedicati a rappresentare questa terra idilliaca, bucolica, creando opere altrettanto sublimi in qualsiasi ambito artistico, dalla pittura alla scultura, dalla letteratura alla musica ed alla poesia.
Ma proprio in questa terra ci sono anche artisti capaci di creare ‘arte’ con tutto ciò che viene quotidianamente scartato. Qui è nata la trash-art, ovvero quella tecnica emblematica che consiste nel creare forme artistiche utilizzando ciò che per noi umani è rifiuto e quindi superfluo, dando nuova vita e rinnovata importanza a plastiche, tappi, bottoni, ferraglia varia, gomme e quant’altro da noi considerato uno scarto.
Abbiamo però ha avuto la fortuna di incontrare un artista che crea le sue opere attraverso quella che noi potremmo definire recovery-art, ovvero l’arte del recupero.
Stiamo parlando di Marco Biancani, un artista di Venturina, quindi un livornese ispirato e geniale, nel pieno della maturità artistica, benchè autodidatta, guidato solo dal suo istinto e dalla sensibilità acquisita nell’affrontare i risvolti drammatici della propria vita, trasformandoli in energia creativa.
Naif della plasticità delle forme, nelle sue raffigurazioni fanno breccia lo spirito e la materia, creando una forma d’Arte apparentemente inafferrabile eppure riconoscibile, figure istintive e primordiali che nutrono il nostro subconscio.

Di primo acchito, una vista superficiale può trovare difficile individuare la soglia dove i materiali prendono forma, perché è quasi impossibile capire fin dove affondi la luce che illumina la creatività dell’artista nella delicata ed innocente trasparenza del contenuto delle sue opere.
Egli ha avuto la meravigliosa idea di creare figure dal grosso significato simbolico, attraverso il recupero di rami spezzati, foglie, fibre legnose, bucce e noccioli di frutti, terra, minerali e pietre, tronchi e rami arrivati non si sa come in mare e che questo ha ributtato sulla battigia.





Insomma, tutto ciò che parrebbe scartato dalla Natura stessa, ha dato lo spunto a Marco per creare rappresentazioni altamente scenografiche nelle quali compare una energia nuova, una plasticità apparentemente irregolare e caotica, proprio com’è in realtà la Natura, imprimendola in rappresentazioni e forme che tuttavia esaltano con magica peculiarità gli aspetti più realistici di ciò che ci circonda.
Ovviamente tutte le sue opere sono costituite da un recupero di elementi ben studiati e selezionati, che solo un’istintiva ispirazione permette di scegliere, sapendo già a priori quali saranno le prossime forme che il suo spirito impone di creare. Tutte le scelte degli oggetti necessari alle sue composizioni sono frutto di idee ben precise, le quali si trasformano in espressioni artistiche, frutto delle percezioni della mente, che solo un artista ispirato può trasformare in opere originali. In questo caso, naturalmente originali.










Marco Biancani, un novello mastro Geppetto
Assemblare i vari componenti per realizzare un’opera non è un lavoro semplice, tutt’altro, però Marco Biancani, come un novello Mastro Geppetto, riesce magicamente a ridare vitalità ed energia a tutte le sue opere, siano esse sculture gigantesche di fiori quasi primordiali, campi fioriti che paiono davvero mossi dal vento, la posa di un’ape sul fiore – forse l’ape ed il fiore sono proprio i suoi simboli -, oppure i suoi geniali pannelli da parete, caratteristici e sublimi come quadri tridimensionali.

E’ proprio questo paragone col vero capostipite della recovery-art, ovvero quel Mastro Geppetto della famosissima fiaba di Collodi che ci è servito per riflettere sulla magia intrinseca del suo creare una forma ed un contenuto dall’alto valore introspettivo, che va ben oltre le apparenze.
Proprio come il personaggio uscito dalla penna del grande scrittore toscano, anche il nostro Marco ha raccolto un ramo, inservibile e dimenticato, ma guidato da quel mistero che ciascuno di noi si porta dentro, è riuscito a realizzare una forma nuovamente animata, un nuovo, magico, inno alla vita ed alla bellezza.